Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

mercoledì 29 ottobre 2014

LISTA PER BIASSONO A FIANCO DEL COMITATO PER IL PARCO DI MONZA "A. CEDERNA"


Riceviamo e pubblichiamo, sottoscrivendo ogni singola osservazione del Comitato per il Parco di Monza "A. Cederna". Contro ogni mercificazione di beni pubblici, perché il Parco e la Villa Reale sono parte integrante della storia di Biassono, della nostra vita quotidiana, dei benefici futuri del territorio.  

Il restauro della Villa Reale di Monza: chi l’ha pagato e chi ci guadagna

A lavori ultimati, facciamo il punto su quanto è costato a noi tutti - non solo in termini economici - il restauro della parte centrale della Villa Reale di Monza.

  • I costi effettivi del restauro non sono stati resi noti. Comunque, in base al bando, di cui il responsabile era Anton Giulio Rognoni - l’ex Amministratore Delegato di Infrastrutture Lombarde ora indagato nell’ambito degli appalti per Expo - Regione Lombardia ha erogato 21 milioni e Nuova Villa Reale Monza spa, vincitrice del bando, guidata dall’imprenditore Navarra di Italiana Costruzioni, in sede di aggiudicazione (vedi conferenza stampa dell’allora Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, del 15 aprile 2011) avrebbe dovuto versarne 8 ma, a quanto dicono le notizie di stampa e le affermazioni pubbliche degli stessi responsabili, ne avrebbe investiti solo 4. Peraltro rileviamo che il costo iniziale stimato per gli interventi al Belvedere, ha subito senz’altro un netto abbattimento poichè originariamente era ivi previsto il famoso ristorante di lusso che avrebbe comportato ingenti costi per impiantistiche particolari e per allestimenti dedicati. Il ristorante, di modesta rilevanza, è stato poi realizzato al piano terra mentre il Belvedere è stato oggetto di interventi limitati. In corso d’opera, tuttavia, vi è stato un aumento dei costi che, secondo fonti stampa diverse sarebbe stato di 2 o 3 milioni di euro per imprevisti durante i lavori e che sono stati ulteriormente finanziati dalla Regione: abbiamo chiesto al Consorzio documentazione dell’importo e della natura degli imprevisti, ma non ci è stata data alcuna risposta in merito.

L’ingresso del privato sarebbe stato forse giustificato se i 25 milioni fossero stati a carico del concessionario e 4 milioni alla Regione, ma evidentemente lo scopo dell’operazione non era quello di sollevare il pubblico dall’investimento più gravoso. Questo non può essere un esempio virtuoso di collaborazione fra pubblico e privato, in quanto non vi sono contropartite effettive per la collettività.
  • Malgrado l’esiguità del suo contributo, il privato ha ottenuto 22 anni di concessione degli ambienti più rappresentativi della Villa, lasciando solo 36 giorni non consecutivi l’anno alla piena fruizione pubblica. Questo significa che per 22 anni Nuova Villa Reale Monza spa potrà guadagnare dalla messa in subconcessione dei quattro piani centrali della Villa Reale di Monza. E non si può dire che abbia perso tempo: ha già affittato il piano terra per 15 anni a un ristorante, “Le cucine di Villa Reale”, che userà gli spazi in modo esclusivo (http://www.fedegroup.it/ristorante/le-cucine-di-villa-reale) e non in funzione dell’attività museale come prevede il Testo Unico dei Beni culturali. Un esempio: il 31 ottobre è previsto l’Halloween Private Party, in occasione del quale la Villa farà da “suggestivo contenitore” al “Night Party con DJ set dalle 23.00”, un evento del tutto avulso dal delicato contesto in cui viene collocato e per il quale “l’organizzazione si riserva il diritto di selezione all’ingresso” (https://www.facebook.com/events/297160933812528/?fref=ts). Su tale utilizzo improprio e pregiudizievole della Villa – a oggi ci sono state già oltre 500 prenotazioni – il Consorzio si è limitato a rilevare, a posteriori e su nostra segnalazione, un "difetto" di comunicazione e non si è sentito in dovere di intervenire nel merito dell’uso oltraggioso della Villa. Le sale storiche del primo piano nobile sono state affittate alla Vision Plus per 9 anni (notizie stampa parlano di 300.000 € l’anno) che, a sua volta le potrà affittare a chiunque sia disposto a sganciare quattrini. Un solo esempio: il 4 ottobre, il salone delle feste è stato affittato (7–10mila €) per ospitare il primo ricevimento di nozze con gran finale di fuochi d’artificio (nei giardini che non sono in concessione ?!?!) e le altre sale sono state messe a disposizione del Salone del Wedding Reale, ovvero la fiera degli sposi.

Ma facciamo due semplici conti: è verosimile ritenere che se il primo piano nobile è stato affittato a 300.000 € l’anno, anche gli altri piani subiranno un destino analogo. Sicchè l’introito annuale per il gestore potrà aggirarsi attorno ai 1.200.000,00 € l’anno. Cioè circa 100.000,00 € al mese. Così, ammesso che il privato abbia effettivamente contribuito con 4 milioni di €, in 3 o 4 anni avrà ammortizzato l’investimento con le sole subconcessioni e gli altri 18 anni saranno solo “utili”. In compenso, il Consorzio riceverà circa 5.000,00 € al mese. Ricordiamo, infatti, che il canone di concessione è di 60.000,00 € l’anno, oltre allo 0,7% del fatturato [circa 700 € al mese (1.200.000, 00 x0,7%): 12]. Per mera annotazione rammentiamo che il Piano Economico Finanziario (PEF) prevedeva importi addirittura superiori per il gestore.


Il pubblico - noi cittadini - ha tutto da perdere dalla concessione anche per altri motivi oltre a quelli economici; infatti, malgrado abbia pagato il restauro:

  • potrà vedere solo le parti della Villa che concessionario e subconcessionario consentiranno di vedere e, quasi esclusivamente, pagando. Anche in questo caso non si è perso tempo: dopo una decina di giorni di visite gratuite “gentilmente concesse”, il biglietto costa 12 € che vanno al concessionario;
  • per vedere le altre parti dell’ala sud restaurate (l’appartamento di Umberto I°) si deve uscire dalla Villa, percorrere una parte della corte esterna e rientrare da un’altra parte, sperando che non piova, pagando un secondo biglietto;
  • gli sarà preclusa la possibilità di vedere riallestite con gli arredi le sale del primo e del secondo piano nobile perchè gli affittuari non hanno evidentemente nessun interesse a occupare le sale e gli spazi con i mobili originari, che sarebbero sì in stile con la Villa, ma non con l’ “evento” (il vero business). Non si può rischiare, inoltre, che qualche improvvido partecipante all’evento danneggi mobili, suppellettili, arazzi preziosi. Risultato: gli arredi originari recuperati e restaurati, non sono stati sistemati dove avrebbero dovuto, ma sfrattati e delocalizzati in un’altra parte della Villa. Per esempio, i mobili “alla chinese” e gli arazzi del Raineri, in perfetta sintonia con il soffitto dell’Albertolli, che arricchivano la “Sala degli Uccelli” del primo piano nobile, sono stati surclassati dai tavoli imbanditi di confetti e dai tulle della fiera degli sposi;
  • si deve accontentare di un restauro che sembra funzionale al solo sfruttamento commerciale. Ricordiamo, inoltre, che il primo piano nobile e il Belvedere erano già stati sottoposti a restauro a cura della Soprintendenza. Tra l’altro, che fine faranno i parquet del Maggiolini e le altre parti restaurate che dovranno sopportare l’urto dello sfruttamento commerciale degli spazi?

Ma soprattutto a perderci è la Villa stessa, spezzettata come fosse un condominio, ridotta a contenitore di usi oltraggiosi e indegni della sua storia, deprivata della possibilità di presentarsi in tutta la sua maestosità di dimora regale.


Gli Austriaci, i Francesi, i Savoia l’avevano lasciata a noi tutti perchè fosse un monumento di cultura, didattica, arte e alta rappresentanza: nell’Atto di cessione gratuita da Demanio dello Stato a Comune di Milano e Comune di Monza del complesso immobiliare denominato Villa Reale e Parco di Monza. Repubblica Italiana, Monza 4 aprile 1996, repertorio n. 8461” si dichiara (art.6) che “gli immobili... restano sottoposti al vincolo monumentale e paesistico”, e che (art.8) “i Comuni di Milano e di Monza si impegnano a curarne la conservazione permanente ed a destinarli ad attività museali, culturali, di rappresentanza e di fruizione e conservazione del verde".

I veri “fruitori”, cioè i gestori la stanno trasformando in una “location” commerciale che consentirà loro enormi guadagni senza alcun vantaggio per il “pubblico” che pure ha pagato il restauro e ciò senza che nessuno degli enti preposti (Ministero dei Beni Culturali, Soprintendenza, Consorzio) sembri esercitare il controllo dovuto sulle attività che si svolgeranno nella Villa Reale di Monza, come dimostrano gli esempi elencati.

lunedì 20 ottobre 2014

PORA STELLINA!

Sono sempre interessanti le riunioni del Consiglio Comunale a Biassono: un vero e proprio spaccato di vita e sensibilità cittadina.
Nell’ultimo abbiamo assistito alla seguente scenetta. Il vice Sindaco, nonché assessore alla Cultura, che dichiara: “il vostro blog non lo guardo più!” e, con fare minaccioso, rilancia “ toglierò pure il vostro blog dai miei preferiti!”.
Dai assessore, non fare così, ci fai star male; come faremo mai senza i tuoi numerosi click?  Rischiamo davvero di vedere il contatore delle visualizzazioni crollare. Dai, dai stellina, clicca ancora, per favore!
Contiamo su di te, visto che il sindaco e i tuoi colleghi assessori hanno assicurato di non guardare mai il blog di Lista per Biassono (salvo poi ritagliarsi ampi spazi sui giornali per puntare ogni volta il dito contro i nostri post).

Poverini, lasciali soli a ignorare i fatti di Biassono: tu resta informato. Su, su clicca!

Senza il nostro blog, non avresti certo scoperto che, da assessore alla Cultura, hai votato contro la proposta dell’allora capogruppo della Lega, destinata ad assegnare alla biblioteca fondi per 3.500 euro da investire nell’acquisto di libri. Quello sì fu un bel colpo, assessore!

Senza di noi, che facevamo proposte e iniziative per sviluppare Cultura e Turismo a Biassono, forse non avresti fatto nessun accordo col museo civico, per quella che è stata la tua unica iniziativa dopo tre anni e mezzo di assessorato alla Cultura: e, oibò, ci risulta pure che l’idea sia arrivata dal museo dopo i costanti confronti col nostro capogruppo Alberto Caspani, più che su brillante iniziativa di una giunta che mai mette piede nei suoi locali.

Per fortuna c’è gente in gamba al museo, altrimenti campa cavallo!

Leggiamo che tu “hai lavorato notti e domeniche, sin da aprile” per approntare il piano. Bravo!


Come vedi noi ti seguiamo e, se ci hai messo solo 42 mesi a scopiazzare il piano del museo, e farlo tuo (così come hai voluto far tuo lo sportello Tasi, mandando su tutte le furie i sindacati), noi saremmo anche pronti a rendertene merito: peccato che un circuito turistico fosse stato ufficializzato almeno dal 2003, ma in Comune nessuno lo avesse mai preso in considerazione, tanto da non sapere neppure dell’esistenza delle guide turistiche pubblicate dal museo, o addirittura dei siti archeologici che il vostro bel Pgt stava per spazzar via senza alcuna remora. Peccato che, proprio voi, ridevate alla sola parola "turismo", ogni volta che Lista per Biassono la rilanciava in consiglio comunale. Peccato non foste mai presenti alle prime iniziative di visite guidate per il paese, organizzate tanto dalla lista civica quanto dalla vituperata associazione culturale Gaetano Osculati. Per cui ti prego, non dimenticare di cliccare in nostro blog: mal che vada, ti evita almeno di fare brutte figure. Dai stellina, fa' il bravo!

SINDACO O PODESTA'?

"Il Sindaco mette Osculati alla porta", strillano i giornali locali.

Imbufalito per le continue polemiche sollevate dall'opposizione, Malegori lancia l'ordine ai suoi assessori: "vietato collaborare con un'associazione dietro cui si nasconde Lista per Biassono".
Non si può non restare sbalorditi di fronte a siffatte affermazioni.
A confutarle nel merito ha già pensato la presidente dell'Associazione Culturale Gaetano Osculati.
Ciò che preoccupa è il fatto che, evidentemente, il Sindaco confonde quelli che sono i poteri ed i doveri di un sindaco della Repubblica costituzionale con quelli di un podestà di mussoliniana memoria.
Evidentemente per il Sindaco i biassonesi tutti, ed i suoi assessori in particolare, non devono pensare, né decidere con la propria testa.
E' sufficiente che eseguano gli ordini che lui, volta per volta, emana.
Malegori rischia di trasformare il Comune che amministra in un paese gretto, chiuso, che nulla ha a che vedere con la tradizione di apertura e solidarietà che i biassonesi hanno sempre saputo mettere in campo.

E' opportuno che qualcuno gli ricordi che lui è il Sindaco di tutti i cittadini e non il capo locale di un partito.

Da parte nostra, ci permettiamo di consigliargli la seguente lettura, ovverossia il discorso sulla democrazia che, nel 461 a.C. Pericle tenne agli Ateniesi:


“ Qui ad Atene noi facciamo così.
   Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi:
   e per questo viene chiamato democrazia.
   Qui ad Atene noi facciamo così.
   Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
   dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
   Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza
   di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di
   privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non
   costituisce un impedimento
   Qui ad Atene noi facciamo così.
   La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana;
   noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo
   mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a
   modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando
attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si
occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che
dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte
che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile;
e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica,
beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà,
ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade
e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità,
la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione
ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo
e noi non cacciamo mai uno straniero.

Qui ad Atene noi facciamo così”.

venerdì 3 ottobre 2014

APPELLO CONTRO GLI ANABATTISTI PADANI

Piazza Italia sotto assedio. Fallita la rivoluzione padana, tramontata, resuscitata e infine azzoppata l’idea secessionista, la Lega Nord se la prende ancora una volta con la toponomastica locale. Benché le sue scelte in materia siano sempre state finalizzate alla volontà di marchiare il territorio, con opere o intitolazioni dall’esplicito riferimento al Movimento di via Bellerio, la strategia odierna si è fatta più sottile, ma non per questo meno velenosa.

Apprendiamo infatti, per bocca dell'Assessore allo Sport, che "come giunta stiamo valutando la possibilità d’intitolare a Michele Alboreto una porzione di Piazza Italia, magari il parcheggio dove avviene la premiazione dell'atleta biassonese dell'anno".
Nulla da eccepire sulla figura del pilota Ferrari prematuramente scomparso.

Tuttavia, poiché a pensare male si fa peccato ma, come diceva qualcuno, quasi sempre ci si azzecca, l'intenzione manifestata dall'esponente della giunta leghista lascia la sgradevole impressione che, non sentendosela di cambiare radicalmente nome a Piazza Italia, si cominci, al momento, col farla a pezzettini.

Se proprio deve essere costume, a Biassono, d’intitolare aree pubbliche adibite a parcheggio, si dedichi ad Alboreto il parcheggio antistante il Centro Sportivo Comunale. Che, peraltro, è adiacente all'Autodromo ed alla Curva di Biassono. Oppure gli si dedichi il Centro Sportivo stesso.

Ma, per favore, non si tocchi Piazza Italia, nel mirino della toponomastica leghista sin dai tempi delle prime giunte De Biasio. Biassono ha ben altri problemi di cui occuparsi.

Lo chiediamo in nome della logica, della ragionevolezza, della storia, cultura e tradizione di Biassono cui la Lega Nord, quando fa comodo, dice di ispirarsi.

Salviamo Piazza Italia!


giovedì 2 ottobre 2014

SPORTELLO TASI O SPORTELLATA?

Articolo apparso su Il Giorno MB del 2.10.2014 (clicca sull'immagine per allargare)

PAROLA DI ESOPO

Un lupo vide un agnello vicino a un torrente che beveva,
e gli venne voglia di mangiarselo con qualche bel pretesto.
Standosene là a monte, cominciò quindi ad accusarlo
di sporcare l'acqua, così che egli non poteva bere.
L'agnello gli fece notare che, per bere, sfiorava appena l'acqua
e che, d'altra parte, stando a valle non gli era possibile 
intorbidire la corrente a monte.
Venutogli meno quel pretesto, il lupo allora gli disse:
<< Ma tu sei quello che l'anno scorso ha insultato mio padre ! >>
E l'agnello a spiegargli che a quella data non era ancora nato.
<< Bene >> concluse il lupo, << se tu sei così bravo a trovare
delle scuse, io non posso mica rinunciare a mangiarti. >> 

La favola mostra che contro chi ha deciso di fare un torto non c'è giusta difesa che valga.

E ci è venuta in mente leggendo le ispirate parole del nostro Vicesindaco in ordine all'apertura, dietro richiesta dei Sindacati Pensionati, di uno sportello per il calcolo della Tasi: “in questi quasi 20 anni di Amministrazione abbiamo sempre voluto stare dalla parte del cittadino biassonese con onestà e questo servizio è l'ennesima dimostrazione”.

I fatti, purtroppo, parlano da soli:

a) la Lega Nord prima ci tassa in maniera indifferenziata (senza prevedere alcun tipo di detrazione)

b) ne consegue che chi ha una rendita catastale fino a 600 euro si troverà a pagare una Tasi maggiore rispetto alla vecchia IMU, mentre chi dispone di una rendita superiore ai 600 euro risparmierà; e più elevata sarà la rendita, maggiore sarà il risparmio

c) la Lega Nord arriva persino a concepire un Regolamento in cui il contribuente biassonese avrebbe dovuto versare ogni importo superiore a 5 euro, mentre il Comune, in caso di errore, avrebbe rimborsato solo importi superiori a 15 euro (sperequazione evitata solo grazie ad un provvidenziale emendamento di Lista per Biassono che ha uniformato la disciplina del versamento minimo ad euro 12 per tutti i soggetti, contribuente ed Amministrazione Comunale).

d) la Lega Nord ha respinto un apposito emendamento di Lista per Biassono che impegnava l'Amministrazione ad emettere anche per la Tasi, così come già avviene per la Tari, i bollettini precompilati. Ci è stato risposto che “non vogliamo assumerci responsabilità”. Hanno preferito, evidentemente costringere i contribuenti biassonesi a rivolgersi ai commercialisti od ai Caaf.

e) la Lega Nord, in pochi anni, ha portato Biassono ad essere in cima alla lista dei comuni brianzoli con la tassazione locale più elevata

E, nonostante tutto ciò, hanno l'impudenza di pretendere il riconoscimento dei contribuenti biassonesi!


Se questi sono i risultati, forse i nostri concittadini  preferirebbero effettivamente vedere questa Giunta un po' più impegnata a favore dei “fratelli” scozzesi e catalani ed un po' meno “vicina” al contribuente biassonese.