Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

martedì 3 novembre 2015

I "PRIMATI" DEL SINDACO MALEGORI

Un primate cittadino
Il sindaco leghista Piero Malegori, sempre più affannosamente, sta portando a termine il suo secondo mandato amministrativo.

Mandato contraddistinto da primati ben poco invidiabili.

Passerà infatti alla storia di Biassono per essere stato il Sindaco:




-     che più di altri ha svenduto il patrimonio pubblico

-      che ha introdotto la tassazione locale più elevata

-    le cui imposte, per nulla progressive, sono le più ingiuste in quanto destinate ad incidere più pesantemente sui redditi dei cittadini meno abbienti

-   che ha rasentato il ridicolo su vicende che hanno direttamente coinvolto la sua amministrazione e la credibilità stessa delle istituzioni biassonesi


Oltre a questi indiscutibili titoli di demerito, Malegori si può ora anche fregiare della denuncia per comportamento antisindacale promossa non da una, ma da TUTTE le organizzazioni sindacali rappresentative dei dipendenti comunali.
Sono anni, ormai, che l'Amministrazione adotta comportamenti lesivi di corrette relazioni sindacali preferendo al confronto ed alla concertazione la strada degli atti unilaterali e dei comportamenti discriminatori tra lavoratori e lavoratori.

E proprio domani, il Giudice del Lavoro discuterà il ricorso avverso la nomina di ulteriori capiufficio aggiuntivi, le cui indennità di posizione si vorrebbero fare pagare attingendo dal fondo di produttività dei dipendenti tutti.

Parlare di dipendenti pubblici all'indomani del “caso Sanremo” può apparire provocatorio.
Lista per Biassono ritiene però che la vera sfida sia proprio quella di tenere insieme la valorizzazione delle professionalità dei dipendenti del pubblico impiego ( il cui Contratto, peraltro, è bloccato da sei anni) ed il diritto dei cittadini ad un'amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell'uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alla collettività.

Obiettivi questi, che non si raggiungono di certo con la politica delle “mani libere”,  della “più ampia discrezionalità” o del “muro contro muro” che la giunta Malegori ha sin qui perseguito.

Fanno specie questi atteggiamenti soprattutto quando ad essi fanno da contraltare altri comportamenti di assoluta condiscendenza verso le istanze di altri soggetti.
Ci riferiamo, ad esempio, alle condizioni di miglior favore concesse dall'Amministrazione a chi si dovesse eventualmente macchiare di abusi edilizi sul territorio comunale od alle agevolazioni previste per i gestori di telefonia mobile.

E' la solita politica della Lega Nord: forte con i deboli e debole con i forti.

In conclusione, come al solito, la chiosa del sindaco Malegori: “in questo momento non mi sento di rilasciare alcun commento in merito”.

Nessuna novità.

Sono anni, infatti, che i biassonesi attendono da Malegori risposte in merito.
Risposte che non sono mai arrivate.

Ce le fornirà tutte in una sola volta un minuto prima di essere sfrattato da Villa Verri?


1 commento:

  1. "....il diritto dei cittadini ad un'amministrazione pubblica sostenibile negli assetti, trasparente nell'uso delle risorse ed efficace nel dare risposte alla collettività....". Quando si ha a che fare con ALCUNI uffici del comune, l'impressione è che il richiamato diritto dei cittadini non venga garantito: personale eccedente le esigenze, impreparato, con comportamenti non equi, quando addirittura in contrasto con le leggi, sospetto di interessi privati etc. ma naturalmente i dipendenti pubblici si sentono in una botte di ferro, forti del ruolo di publici ufficiali, praticamente certi di non rispondere perrsonalmente per gli "errori" commessi (le statistiche dicono che, nonostante gli scandali che riempiono le cronache dei giornali, una piccolissima parte dei dipendenti pubblici viene indagata e quasi nessuno finisce in carcere)

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