Diceva il conte Verri...

"La voce della verità comincia da lontano a farsi ascoltare, poi si moltiplicano le forze, e la opinione regina dell'universo sorride in prima, poi disputa, poi freme, poi ricorre alle arti, poi termina derisa: questo è il solito gradato passo che fa la ragione a fronte dell'opinione" (Pietro Verri)

Studio Casa Croce Bossi (di Gianfranco Pertot, GRAL BIASSONO)






  • OSSERVAZIONI ARCH. GIORGIO BERETTA 
Da studente di architettura avevo svolto ricerche storiche sul territorio del nostro comune donando successivamente al GRAL e all'Amministrazione Comunale la ricostruzione cartografica delle serie storiche delle mappe catastali disponibili in originale nei vari archivi storici. Ricordo anche di aver effettuato un rilievo completo per l'esame di Disegno di Cà Bossi attraverso il quale, proprio ridisegnandone le pregiate forme architettoniche, mi ero reso conto dell'importanza storico testimoniale di tale manufatto per il recupero del quale ora condivido pienamente il metodo e l'approccio scientifico proposto dall'arch. Pertot.. 
Ebbene, questi studi e le successive esperienze in materia (per un periodo, presso la Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano, ho collaborato alla Cattedra di Restauro), mi stimolano a proporre un ulteriore modus, prima che operandi, vedendi. Vorrei suggerire di allargare semplicemente lo sguardo, senza porsi limiti, almeno in questa fase iniziale, di natura economica e relativi alle solite ristrettezze di bilancio. Un altro modus vedendi capace di spalancare lo sguardo ad una visione e una scala d'intervento più ampia in grado di facilitare l'individuazione della giusta soluzione. In pratica ritengo indispensabile che l'operazione di "recupero" non debba limitarsi al restauro, seppure scientifico, del manufatto di indubbio valore storico-architettonico, ma occuparsi anche del contesto urbano nel quale è inserito attraverso un operazione di "restauro urbanistico", almeno esteso al comparto edilizio con il quale il manufatto si relaziona da vicino nello spazio di pochi metri. Mi riferisco, alla necessità di fare del restauro di Cà Bossi un occasione formidabile per avviare una serie di interventi a scala urbana sugli immobili e gli spazi al suo intorno meglio noti, nella vigente legislazione (L 457/78), come "Ristrutturazione Urbanistica".  In modo prioritario, sarebbe importantissimo estendere l'intervento, con il fattivo coinvolgimento dei privati e utilizzando tutta strumentazione normativa disponibile (dai Piani Particolareggiati, a quelli Integrati di Recupero ecc.),  lungo tutta la via Umberto I°dove la cortina edilizia non presenta soluzioni di continuità con la Cà Bossi e regala al paese un profilo urbano di carattere cittadino forse unico. Ancora più in alto nella scala delle priorità, viene il ripristino dell'integrità degli originari spazi di accesso alla Villa Verri delimitata storicamente proprio dal fronte Nord della Cà Bossi, ad Ovest dalle ali minori della Villa oggi non più leggibile né fruibile a causa dell'edificio di tre piani costruito in epoca moderna proprio al centro di questo spazio e che andrebbe conseguentemente e irrevocabilmente demolito lasciando spazio ad una piazza/giardino opportunamente attrezzato sul quale potrà affacciarsi e valorizzarsi, come in origine, il palazzetto urbano di Cà Bossi sapientemente restaurato. Questo intendo per "contestualizzazione dell'intervento" : evitare di collocare un piccolo gioiello in un contesto degradato che finirebbe per svilirne il valore. E' evidente che tale intervento per esemplarità potrà facilitare l'avvio di processi analoghi la cui prospettiva e il cui obiettivo finale non può che essere il recupero dell'intero Centro Storico il cui valore avete contribuito a far conoscere anche attraverso l'iniziativa dello scorso anno.Per quanto riguarda le destinazioni d'uso e le risorse economico-finanziarie da reperire, non mi permetto di dare suggerimenti particolari ad amministratori di impareggiabile abilità nel costruire "operazioni a costo zero", voglio solo ricordare che su un tavolo da gioco quando le carte sono tante le combinazioni possibili sono molteplici anche grazie alla recuperata IMU. 
Giorgio Beretta